Simone Baldassin
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Vittime, non lo siamo tutti?

Vittime, non lo siamo tutti?

Lo so, lo so, è da un bel pezzo che non scrivo più articoli motivazionali ma del resto penso di avervi motivato abbastanza negli anni e anche voi dovreste, a questo punto, metterci del vostro per portare a casa; e infatti questo post vuole semplicemente essere una considerazione su quello che ritengo essere uno dei grandi mali del secolo ovvero Il vittimismo seriale.

Esiste una percentuale altissima di persone che conosco in vita o incontro nel mio lavoro che ha un serio problema con l’approccio al mondo e, se proprio devo dirvela tutta, i miei genitali rotolano amorevolmente ogni volta che incontro qualcuno di questi individui perennemente alle prese col piangersi addosso.

Ho ormai piena consapevolezza che si tratta di una vera e propria indole caratteriale, insomma, diciamolo, se le cose vanno male perché mai cercare un risvolto positivo da cui ripartire quando possiamo crogiolarci nel maledire i morti al mondo, la vita e divinità con forme animali casuali?

Vi faccio un esempio:

Oggi perdo il lavoro, capita, ne sentiamo tutti i giorni di storie cosi su piccola o ampia scala; io in primis ne ho cambiate decine di professioni prima di trovare il mio posto nel mondo punto presupponendo che sia quello che sto vivendo. Come mi comporto?

  • A – Maledico i morti al mondo, alla vita e a divinità con forme animali casuali dopodiché mi assesto nella mia deprex e mi arrendo al fatto che sono un fallito e devo morire
  • B – Maledico i morti al mondo, alla vita e a divinità con forme animali casuali dopodiché faccio mente locale e cerco di rimettermi in carreggiata trovando il più velocemente possibile il primo lavoro che capita
  • C – Maledico i morti al mondo, alla vita e a divinità con forme animali casuali dopodiché cerco di vedere la situazione come un’opportunità e mi rimetto in gioco

Assodato che la prima parte è un nostro diritto inalienabile (animali e divinità scomodate a caso) e pertanto rimane invariata l’unica vera scelta corretta dovrebbe (dico dovrebbe perché il discorso andrebbe poi visto caso per caso, generalizzo con consapevolezza) essere la terza. Analizziamo i perché e percome:

Opzione A

Questa è la scelta che vedo più spesso e lo comprendo, molte volte nella vita è stata anche la mia di scelta prima di capire che non ha alcun senso reagire cosi. Il problema reale non è la sfiga di perdere un lavoro, l’economia che va male, bla, bla, bla, questa è semplicemente la vita e la vita è fatta di alti e bassi, il problema reale è che diamo sempre la colpa agli altri o alle situazioni ma raramente ci fermiamo a pensare e a metterci in discussione e questo ragionamento di comodo ci porta inevitabilmente a sederci sugli allori del tanto non posso farci niente, tanto non dipende da me, tanto non è mai colpa mia.

Ma seriamente pensiamo che sia sempre colpa degli altri o del fato se le cose non vanno bene?

Opzione B

Questa è la scelta dettata dalla necessità, mangiare e pagare le bollette non sono optional e anche questa è stata spesso una mia scelta ma infilarsi nel primo lavoro che capita per avere uno stipendio necessita anche di non avere la minima ambizione professionale, nessun desiderio di crescere o realizzare qualcosa se non quello che arrivino velocemente le 17 per timbrare il cartellino o le vacanze di Natale per stare a casa dal lavoro.

Ma può funzionare sulla distanza? Può realmente rendervi felici vivere cosi? Certo, conosco un sacco di gente che vive cosi e non vi nascondo che tanti anni fa, prima di realizzarmi, un pochino li invidiavo, pensavo dovesse essere dannatamente defaticante non avere quella vocina costante in testa che ti spinge a volere di più dalla vita…ma mi sbagliavo.

Opzione C

Questa è stata la mia ultima scelta tanti anni fa, quella vincente, quella che mi ha cambiato la vita ovvero cogliere la perdita del lavoro, di uno stipendio, arrivare praticamente alla bancarotta (giuro, non avevo più un euro, non ho perso la casa solo grazie ad un accordo con la banca che mi ha dilazionato il mutuo in 35mila comodissime rate che finirò di pagare nel 3026) come un’opportunità di ricominciare da capo.

Non è per tutti ragionare cosi, non è facile, devi metterti tanto in discussione, devi tirarti su le maniche come non mai e contare anche su una buona dose di fortuna che però, si sa, aiuta gli audaci.

Riflettete ragazzi, aiutatevi a fare le scelte giuste, non vi regalerà niente nessuno sia che stiate a casa a piangervi addosso sia che vi tiriate su le maniche, la comfort zone può diventare il vostro peggiore alleato, mettetevi in gioco, realmente avete qualcosa da perdere a cercare di diventare quello che desiderate essere?

Vi lascio questo post in prossimità del Natale, in prossimità del nuovo anno come spunto di riflessione perché tutti facciamo i conti sull’anno appena passato e su quello che verrà pertanto, se le cose in questo momento vanno male, fermatevi un secondo a pensare che forse, che le cose non girano, può essere la migliore opportunità che vi sia mai capitata per ricominciare.

Buone feste a tutti e see you next time.

Simone Baldassin
14 Dicembre 2019

Simone Baldassin

Sono Full Stack Developer di professione e YouTuber per diletto, specializzato nello sviluppo di temi custom per WordPress e digital marketing. Oltre a realizzare siti web, dal 2010 tengo corsi di Web Design, in aula e in streaming, presso Veneto Formazione.

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