Lo so, lo so, state pensando che sono alla frutta con le idee dal momento che vado a usare una citazione cosi nota come titolo di un post; ma in fondo il bello delle citazioni è proprio questo, posso usare un tormentone televisivo per incuriosirvi a venire a vedere dove andrò a parare. A sto punto potrei andare avanti ore perché in fondo l’attesa del piacere è essa stessa un piacere ma mi fermo qui per ovvi motivi.
Perché io valgo è un concetto tanto semplice quanto chiaro e ha il vantaggio di poter essere applicato praticamente a qualsiasi cosa una persona riesca a fare come si deve pur rischiando, ammettiamolo, di cadere nell’essere vagamente, e spesso inutilmente, sbruffoni. Applicando il concetto a quello che facciamo noi ogni giorno, e per noi intendo ovviamente noi a scuola, il cerchio si chiude: noi valorizziamo le persone insegnando una professione e lavorando non solo su dei programmi ma sull’indole stessa del corsista che è, naturalmente, soggettiva. E’ un metodo di una semplicità inaudita ma concettualmente non fa una piega se ci pensate.
Ecco quindi che si entra in un tunnel di pensiero ovvio a questo punto: un articolo autocelebrativo, niente di più triste. In realtà non lo è, immaginate che stia facendo delle considerazioni ad alta voce. Molto spesso riceviamo email, telefonate o messaggi di persone che si sono realizzate grazie al nostro percorso formativo, non a caso chi vi scrive ne è un esempio vivente, ed è esattamente quello che mi ha dato lo spunto per questo articolo, un email che mi è piaciuta moltissimo, di quelle che arrivano a distanza di un po’ che valgono di più forse di qualcosa che ricevi a botta calda appena finito il corso.
Cito testualmente:
ti ringrazio per quello che mi hai trasmesso durante i corsi che ho seguito. Grazie alla tua formazione ho avuto la possibilità di scegliere il posto di lavoro tra varie proposte e di trovarmi una professione che mi piace e mi appassiona.
Per fortuna, come avrai intuito, ho trovato subito lavoro come sviluppatore PHP presso una software house, e quando cercheranno altro personale ti chiederò immediatamente se hai qualcuno a cui potrebbe interessare, perché ho constatato sul campo che la formazione che ho ricevuto è ottimale.
Mantengo l anonimato dell’autore cosi vi resta un legittimo dubbio che ce le scriviamo da soli, ma che ci crediate o no queste cose ci toccano molto, non le diamo mai per scontate e non ci fermiamo mai a gongolare sui successi ottenuti ma siamo sempre molto autocritici e attenti a ogni piccolo passo che compone il puzzle. Il vostro successo è l’ossigeno da cui traiamo la nostra reputazione, tutto quello che facciamo si basa sulla nostra reputazione, non potrebbe essere altrimenti, non potremmo essere una scuola altrimenti; la linea che determina la differenza tra un progetto concreto e un abile vendita di fumo è labile e adagiarsi è il primo passo per cadere in certe dinamiche.
Mi era piaciuta moltissimo una frase di docenti senza frontiere che diceva insegnare non è riempire un secchio ma accendere un fuoco; avrei voluto contrapporla a un motto classico delle nostre parti: chi non sa fare insegna. Perché? Perché il giorno che ti prendi troppo sul serio è la fine, essere competenti non deve mai voler dire essere saccenti. Equilibrio, yin e yang, chiamatelo come vi pare ma perdere di vista l’obiettivo perché si ha troppa fiducia in se stessi o perché se ne ha troppo poca è comunque un errore. Siate affamati, siate folli diceva Steve Jobs; siate voi stessi, credete in quello che fate e costruite la vostra strada diciamo noi.
Ecco, questo noi facciamo, costruiamo strade per le persone perché siamo affamati di belle storie di successo da raccontare e tu che stai leggendo sei stato, sei o sarai una bella storia da raccontare. Perché io stai pensando?
Per avere la tua risposta devi solamente rileggerti il titolo del post.