Non si è mai completamente soddisfatti

Avete mai fatto questa considerazione? Provate a pensarci, alla fine della giornata, quando le difese, il raziocinio, quando tutto cala sotto i colpi della giornata stessa e vi renderete conto che ritenersi completamente soddisfatti è un qualcosa di titanico, c’è sempre qualcosa che poteva essere fatto, magari non meglio, ma semplicemente diversamente.

A cosa è dovuta questa sospensione, questo mancato appagamento a prescindere magari dalle mille cose fatte? Forse davvero avete fatto tutto al meglio ma un episodio, un qualcosa che non ha girato come doveva, basta un niente perché una bella giornata perda il sapore che ha avuto magari fino a pochi minuti prima. Ecco, questo è uno di quei meccanismi in cui ogni tanto mi capita di incappare e di cui farei veramente volentieri a meno, ma mi rendo anche conto che sono decisamente esausto, la seconda quarantena, se cosi vogliam chiamarla, mi sta risultando mille volte più pesante e ostile della prima e mi chiedo quindi quanto viziato sia il mio giudizio mentre sto scrivendo.

Non scrivo qui da tempo, ogni tanto mi piace farlo, oggi probabilmente ne ho bisogno. Sto tenendo dei ritmi di lavoro importanti e con il canale YouTube da seguire e in costante crescita le mie carte sul mercato sono diventate molte più di quante mi aspettassi. Ho ripetuto spesso che mi ritengo fortunato a poter comunque lavorare, se solo penso a quanta difficoltà ci sia in giro mi sento male, mi sento ingrato a fare certi ragionamenti ma, d’altro canto, non credo nemmeno di dovermi giustificare con nessuno se sono fortunato, la fortuna non ti casca tra capo e collo o perlomeno, a me non è mai successo, quindi suppongo che quello che sono o che ho, me lo sono guadagnato sul campo.

Il doppio della fatica per ottenere la metà dei risultati degli altri, questa dinamica è una costante che mi segue da quando ho memoria ed è forse proprio lei l’anomalia che mi spinge a fare sempre di più e non sentirmi comunque mai soddisfatto. Ma, diciamocelo, non mi sento nemmeno nella condizione di avere bisogno di leggerezza, assolutamente no, ho bisogno di energie, di stimoli, di fare e inizio a sentirmi un cazzo di uccello in gabbia, sensazione che penso ormai faccia parte di ognuno di noi.

Non vedo la fine. Sono pessimista? No, non è nella mia natura, a meno che non mi pigli un attacco di deprex di quelli tosti, ma non è niente che una bella overdose di psicofarmaci non possa risolvere. La verità è che sono il solito inguaribile ottimista di sempre, con mille idee in testa, mille cose da realizzare e un castigo, una maledizione che probabilmente mi porterò nella tomba, l’incapacità di essere soddisfatto.

Che poi diciamocelo, abbiamo tutto ma ci piacerà sempre di più quello che non possiamo avere.