Simone Baldassin
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La pronuncia corretta dei font

La pronuncia corretta dei font

Esistono delle dinamiche con cui tutti noi designer abbiamo a che fare quotidianamente e non necessariamente siamo ferrati nei dettagli; tempo fa scrissi un articolo sul lorem ipsum, da dove deriva, cosa significa, ecc. Oggi il mio amletico dubbio gira invece su una cosa che seppur di una banalità assoluta fino ad ora non mi ero mai chiesto:

come si pronunciano i nomi dei font in maniera corretta?

Utilizziamo i font dalla mattina alla sera ma probabilmente molti di noi nemmeno conoscono il significato storico della parola stessa. Il termine Font indica il disegno di un determinato carattere, l’attenzione alla sua forma e alla sua bellezza, pratica questa che è stata messa in opera da tutti i popoli, antichi o moderni che siano; immaginiamo solamente la cura degli ideogrammi cinesi o giapponesi, paesi in cui la calligrafia veniva considerata una vera e propria forma artistica.

Senza spingersi ai geroglifici egizi possiamo guardare in casa nostra dove gli antichi romani, per esempio, avevano una grandissima cura nello scolpire le lettere che fatta eccezione per I, F e E misurano esattamente la metà della larghezza di un quadrato. Le aste con cui i romani terminavano con espansione le loro lettere vengono oggi chiamate serifgrazie.

Nasce invece in Africa poco prima dell’epoca cristiana un font denominato Unciale che nei secoli viene ritenuto alternativo perché contrapposto a quello di Roma e che ci porta fino al medioevo dove i monaci e i loro pennini iniziano a copiare molti testi antichi. In quegli anni nacque il primo modello di corsivo perché il pennino tendeva a semplificare la scrittura solenne in favore di una maggiore velocità nella copia del testo. La cosiddetta a Carolingia intorno al 800 d.C. si pone come vera e propria evoluzione della A romana.

Nei paesi nordici nel frattempo prende piede un font chiamato Gotico con uno stile sviluppato verticalmente. Diverse le motivazioni, c’è infatti chi dice che dato il costo elevato della carta stringere le lettere era più utile a risparmiare spazio mentre altri parlano di un semplice richiamo alle cattedrali gotiche di quegli anni.

Nel rinascimento nasce invece il famoso corsivo all’italiana ovvero la scrittura semplificata verso destra che non a caso ancora oggi viene chiamato Italic nelle regioni anglosassoni in quanto lo impararono perché lo leggevano nelle lettere provenienti dall’Italia. Una curiosità: la traduzione corretta di Italic nel nostro paese è corsivo, non di certo italico come alcuni erroneamente sostengono.

Con l’arrivo della stampa prima e dei computer dopo i designer si sbizzarriscono creando caratteri su caratteri, alcuni dei quali ancora in uso come il Bodoni e il Garamond ma la vera svolta arriva in tempi recenti quando ai caratteri con grazie vengono affiancati quelli senza grazie o sans-serif.

Tra i font più famosi di oggi appaiono appunto i senza grazie come quelli ufficiali di Google, Open Sans e Roboto o di Apple, Helvetica Neue e San Francisco. L’Helvetica in primis è un carattere lineare senza grazie dotato di una leggibilità e eleganza definite eccellenti. A differenza di altri font famosi come il Times che prende il nome dalla pubblicazione per cui è stato creato o quelli che riportano il nome del loro creatore, Helvetica prende il nome dal paese da cui viene ovvero la Svizzera.

Ma storia a parte, come già detto in apertura, il motivo per cui mi sono addentrato in questo argomento è quale sia la reale pronuncia dei font. Pensavo fosse una cosa stupida poi con mio stesso stupore ho scovato decine di video in cui si tratta l’argomento; Tra tutti vi segnalo questo che ho trovato decisamente utile:

The Pronunciation of European Typefaces

Vediamo che i font italiani hanno esattamente una pronuncia italiana come Eurostile o Microgramma per esempio mentre alcuni tedeschi sono decisamente impronunciabili per le nostre corde. Magari per molti è scontato ma sappiamo esattamente come si pronuncia Helvetica Neue? Bhe la pronuncia corretta è Noie Helvitica.

Insomma non si finisce mai di imparare e nella speranza di aver stuzzicato la vostra curiosità in proposito vi auguro buona visione.

Simone Baldassin
4 Febbraio 2016

Simone Baldassin

Sono Full Stack Developer di professione e YouTuber per diletto, specializzato nello sviluppo di temi custom per WordPress e digital marketing. Oltre a realizzare siti web, dal 2010 tengo corsi di Web Design, in aula e in streaming, presso Veneto Formazione.

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