Simone Baldassin
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Google Material design

Google Material design

Si parla spesso ultimamente di Material Design che alla fine altro non è che la naturale evoluzione del Flat Design, in parole povere il minimal assoluto che ha, come primo esempio di riferimento, la nuova interfaccia per la versione 5 di Android al secolo Lollipop.

Quindi stavolta è Google a definire i parametri per il trend del momento. Ancora una volta è tutto appiattito, si lavora su colori di un certo tipo, schemi e strutture di un certo tipo e, a quanto pare, il font che la farà da padrone è il fantomatico Roboto.

Ebbene si, lo sappiamo già, anche il font è importantissimo quando si tratta di design di un certo tipo e la difficoltà maggiore è avere un rendering leggibile in tutti i dispositivi/browser perché la cosa non è cosi scontata come potrebbe sembrare.

Icone moderne e minimal, colori vivaci e aree tenui come da architettura attuale, via a tutti i filtri possibili (la morte di ogni grafico è alle porte), ecc, ecc.

Ma quindi alla fine che differenza c’è tra Flat e Material design? Intanto l’ha introdotto Google a fine giugno quindi è una grossa novità dato che raramente prima dei sistemi operativi per device l’azienda aveva dettato un trend come spesso accade via Apple o Microsoft (ricordiamo il nuovo Yosemiti o Windows 8?) e quindi di conseguenza tutte le app androidiane si stanno man mano aggiornando.

Dopodiché è arrivato il buon Facebook che ha deciso di applicare queste nuove vesti grafiche passando prima per Messenger e poi per Whatsapp (che per chi non lo sapesse è di Facebook infatti hanno subito aggiunto la spunta blu per rimanere coerenti col nulla assoluto nella privacy che il social detiene come primato) e avanti tutta verso un mondo appiattito.

Però ancora non sono riuscito a trovare la differenza. Si parla di un’esperienza utente diversa, verificherò se il mio HTC con Kitkat 4.4.2 decidesse un bel giorno di fare l’aggiornamento. Potrebbe sembrare dall’articolo che io non sia favorevole a questi trend, in realtà è proprio il contrario, mi piacciono molto, sono puliti e funzionali però a volte faccio davvero fatica a capire dove finisce uno stile e comincia l’altro.

Come sempre lasciamo ai posteri l’ardua sentenza, di sicuro questo stile grafico avrà di che far parlare di se anche negli anni a venire. A questo link, Google design, possiamo seguire un percorso in cui Google ci indica le direttive su come è stato sviluppato il suo personalissimo design pieno di informazioni interessanti per chi volesse utilizzarlo in maniera corretta.

Google ci spiega i colori, gli stili, le icone da usare, insomma un bel pacchetto per viaggiare sulla linea di Android 5 Lollipop.

Ah, stavo per dimenticare, nel frattempo html5 con soli 80 anni di anticipo è diventato uno standard web in un felice giorno autunnale, dal nulla quando nessuno se lo aspettava.

Ma che mattacchioni sono al W3C ne vogliam parlare?

Simone Baldassin
26 Novembre 2014

Simone Baldassin

Sono Full Stack Developer di professione e YouTuber per diletto, specializzato nello sviluppo di temi custom per WordPress e digital marketing. Oltre a realizzare siti web, dal 2010 tengo corsi di Web Design, in aula e in streaming, presso Veneto Formazione.

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