Simone Baldassin
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Dove i social hanno fallito

Dove i social hanno fallito

Parliamo del rapporto quotidiano tra social network e politica; nei giorni scorsi ho fatto un esperimento di quelli quantomai banali su Instagram per poter introdurre l’argomento di questo articolo. Come potete vedere infatti nel mio profilo, tra Sabato e Domenica ho pubblicato foto di me in mezzo ai monti con tanti saluti a tutti.

Fino a qui niente di strano, direte voi, se non fosse che ci sono stato solo Sabato e la Domenica l’ho passata sul divano a guardare la TV mentre per metà dei miei contatti, follower o come li vogliamo chiamare, stavo a scalare cime tempestose in quel di San Martino di Castrozza.

Capito dove voglio arrivare? Potrei andare a farmi un selfie davanti alla Casa Bianca un giorno qualsiasi di un anno qualsiasi e pubblicarlo durante un G7 facendo credere al mondo che ero li a protestare per qualche vaccata.

E questo è esattamente ciò che sta succedendo a livello social su tutto ciò che riguarda immigrazione, situazione politica europea e non, razzismo, Libia, bambini morti, ONG e chi più ne ha più ne metta. Se fate un giretto sulle pagine social dei nostri attuali ministri vedrete il numero impressionante di elogi e insulti che si sussegue ad ogni post il che è estremamente indicativo che il regime mediatico di partito imposto ai vecchi mezzi di informazione come TG e giornali e stato definitivamente surclassato dal fake mondo di internet.

Ovviamente affronto questo argomento in questo blog per pertinenza con la mia professione dove, i social network, sono fonte di lavoro e guadagno.

Possiamo girarci intorno finché vogliamo ma è evidente che siamo tutti i giorni soggetti ad un bombardamento di notizie finte che i più colgono come vere e ne traggono conclusioni di conseguenza; questo segna definitivamente il passaggio di quella linea di confine sottile che rendeva Internet una fonte di informazioni libera su cui documentarsi senza il vizio politico, etnico o religioso.

L’anno scorso scrissi un articolo sui leoni da tastiera che presumo sia a oggi attualissimo. Molti consigliano di documentarsi prima di fare commenti, di parlare a ragion veduta ma il grosso di questi post è mirato già dal titolo a premere su un impulso umano plausibile come la rabbia di fronte a certi atti.

Aizzare le parti per una bandiera di fronte a mali che non hanno colori, etnie, sesso e fare di tutta l’erba un fascio dimenticando che la merda e merda e puzza ovunque, è la cosa più sbagliata che stia succedendo attualmente perché esula dal vero problema portando in simpatie politiche e partiti il bene e il male che sono e sempre dovrebbero essere sopra le parti nel nome di un buon senso che a quanto pare non esiste ne a destra ne a sinistra.

Probabilmente, in questo contesto informativo, i social hanno completamente fallito il loro motivo di esistere rendendo il grosso delle informazioni un deserto arido a favor di like almeno quanto i mezzi che li han preceduti e dando di fatto voce e parola anche a chi farebbe bene, di tanto in tanto, a contare fino a 10 prima di parlare cosi da evitare di dare conferma, a chi già lo pensa, di essere effettivamente stupido.

Ma questa è, come sempre, la mia personalissima e più che contestabile opinione.

Simone Baldassin
3 Luglio 2018

Simone Baldassin

Sono Full Stack Developer di professione e YouTuber per diletto, specializzato nello sviluppo di temi custom per WordPress e digital marketing. Oltre a realizzare siti web, dal 2010 tengo corsi di Web Design, in aula e in streaming, presso Veneto Formazione.

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