Simone Baldassin
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Chiedo per un amico

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Consigli per l’uso corretto di un tormentone

A inizio 2000 ho iniziato a dover abbassare l’età media dei miei musicisti per necessità, se da una parte i miei coetanei trentenni mollavano i sogni per lavoro e famiglia, io di mio sentivo di avere ancora molte cose da fare e, ovviamente, le ho fatte tutte perché sono testardo e fortunato. 

Relazionarmi con ragazzi nati 10, 15 anni dopo di me mi ha messo subito in condizione di comprendere che avevo grossi limiti causati dal mio background generazionale. Sono nato nel 1972, per molti versi mi era difficile capire il loro modo di vedere le cose e ancora di più lo è stato quando ho iniziato a frequentare chat e forum, comunicavano in una maniera che dovevo fare mia, facevano battute e citazioni che non mi appartenevano o capivo, insomma, c’era del lavoro da fare anche perché per loro io ero vecchio e, ripensando che avevo solamente trent’anni, la cosa mi fa davvero sorridere soprattutto considerando che quei ragazzi, che all’epoca di anni ne avevano si e no venti, oggi ne hanno o vanno per i quaranta e ogni tanto mi chiedo se alla fine hanno compreso perché io mi sentivo tutto tranne vecchio.

Ma veniamo al punto focale del discorso, perché vi sto dicendo questo?

In primis perché sono le 4 del mattino, ci sono 30 gradi e io furbamente ho cenato con una pugliese + salamino + birrazza + caffè pertanto di dormire non se ne parla ma in seconda battuta perché da quella esperienza di oramai vent’anni fa non sono più uscito ed è stata la mia fortuna.

Imparare a comunicare con le generazioni più giovani è qualcosa non per tutti, il rischio è sempre quello di risultare ridicoli, errore in cui sono caduto spesso e ad oggi infatti dedico molta attenzione a questo aspetto del mio lavoro perché in classe ho una buona varietà di generazioni. Attenzione che non solo devo relazionarmi e guadagnarmi la fiducia di ventenni, trentenni, quarantenni e cinquantenni, devo anche farli comunicare tra di loro e spesso partono più che prevenuti da entrambe le parti.

Pensate sia facile? No, non lo è assolutamente, ci vuole la pazienza di cogliere le sfumature del carattere di tutti e ogni tanto mi trovo in difficoltà in questo, soprattutto con quelli più giovani, perché loro arrivano continuando ad avere vent’anni mentre io continuo ad invecchiare. D’altro canto, essendo io fondamentalmente un pirla, ho una parte del mio sistema operativo che rifiuta l’età anagrafica pertanto non si pone il problema e questo aiuta.

Ho imparato che non li posso comprendere completamente, che abbiano venti o trent’anni non fa testo e non è nemmeno giusto che io li comprenda perché hanno un background che non mi appartiene

Ma posso ascoltarli e cercare di comunicare con loro, rendermi credibile ai loro occhi, guadagnarmi la loro fiducia, capire cosa fanno e cosa vogliono, cosa guardano, come parlano, come vivono.

Ogni tanto penso anche che un pò per loro mi dispiace, si sono persi tantissimo non avendo vissuto i 70 e gli 80, i cartoni, le serie tv, il modo di vivere, la musica, a volte ho davvero l’impressione che gli manchi un pezzo o un passaggio loro malgrado, l’impressione è che abbiano tutto ma non abbiano niente in questo mondo che corre cosi veloce.

Insomma, se non l’avete capito, sono giunto a vedere i cinquanta all’orizzonte, assurdo, sono li che fanno capolino, si appropinquano inesorabili e non vi nascondo che mi fanno un pò paura perché nella mia testa non ho consapevolezza di questo e non so dire se sia una fortuna, di certo non si torna indietro, la metà è andata abbondantemente.

Ma poi alla fine lo volete un piccolo consiglio per comprendere meglio i “giovani”?

Ascoltateli, non entrate nel loro mondo facendo le mamme per amiche o cazzate varie, entrate nel loro mondo consapevoli che non è il vostro ma che questo non esclude che non possiate fare uno sforzo per capire, c’è sempre tanto da imparare, essere più grandi non vi rende più saggi per osmosi, ascoltare e comprendere vi rende più saggi e vi permette di creare rapporti che aiutano a crescere voi e loro.

E leggete i meme, ogni tanto metterci dentro un “chiedo per un amico” o un “bene ma non benissimo” mi ha permesso in aula di abbattere più muri generazionali di quanto possiate immaginare. 

E adesso che sono giunte le sei del mattino credo che al posto delle brioche e del caffè farò colazione con il brioschi per digerire, che cazzo, invecchiare fa proprio cagare.

See you next time.

Simone Baldassin
23 Giugno 2020

Simone Baldassin

Sono Full Stack Developer di professione e YouTuber per diletto, specializzato nello sviluppo di temi custom per WordPress e digital marketing. Oltre a realizzare siti web, dal 2010 tengo corsi di Web Design, in aula e in streaming, presso Veneto Formazione.

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