5 punti da conoscere per realizzare un sito che funziona

Ogni tanto mi rendo conto di quanto, negli ultimi tempi, venga sottovalutata la figura del Web designer dal grosso degli addetti ai lavori e mi fermo a fare questa riflessione: ma cosa vi fa pensare che fare un sito che converte sia una passeggiata di salute?

Vedo decine e decine di saccenti professionisti arrogarsi chissà quali meriti o capacità ma, il più delle volte, analizzando i loro lavori ci trovo più schifezze che altro. Questo naturalmente non vuol dire che i miei lavori siamo immacolati, solo chi non fa na mazza non sbaglia mai, ma fare un sito che converte necessità di tante di quelle attenzioni che spesso, purtroppo, vengono a mancare per una questione di budget.

Ma quali sono le basi delle dinamiche principali per creare un sito a norma e che funzioni? Vediamo quelle che io ritengo le 5 principali nei prossimi passaggi.

1. Definire strategia e alberatura con un SEO specialist

Qualsiasi sito andiamo a mettere online che sia privo di una strategia è destinato a fallire miseramente nell’oceano di siti web presenti online. La strategia, gli obbiettivi che vogliamo raggiungere sono fondamentali per poter creare qualcosa che funzioni realmente. I contro di questo sono il più delle volte attribuibili al budget messo a disposizione, non è facile far comprendere ai più che, oltre al costo X del sito, è necessario anche investire (esatto, investire, non spendere) per analisi di varia natura e genere atte a capire quale sia la migliore direzione da prendere. In alcuni casi si potrebbe arrivare addirittura alla conclusione che fare il sito sia inutile e valutare altre strategie di marketing ma questo è dipeso, ovviamente, dalla casistica.

2. Creare una struttura che segua i principi di UX e UI

L’esperienza utente è sempre al primo posto nel cuore di Google e questo ce lo dimostrano ampiamente anche le nuove metriche che, puntualmente, spuntano di anno in anno e che vanno di pari passo con l’attenzione al mobile. Un singolo utente deve poter fruire dei contenuti attraverso un corretto utilizzo dei colori, una grafica accattivante, mirata e che permetta di navigare nel modo più semplice possibile. Il sito deve essere strutturalmente fruibile senza troppi fronzoli, per dirla in parole povere, a prova di utente medio. Ci vuole esperienza per fare questo, è una disciplina a tutti gli effetti che necessita studio, pratica e tanti errori sul campo. Pensare di fare un sito riempiendo a caso un template è pura follia ma rimane comunque una pratica decisamente molto in voga a causa dei marketplace e dei cms.

3. Definire dei buoni contenuti

Quanta banalità in questo titolo eppure, nella semplicità di questa affermazione, c’è gran parte della chiave del successo di un sito. Vuoi posizionarti correttamente nelle serp? Crea contenuti utili ed interessanti per gli utenti, non esiste un altra via, se Google riterrà che quello che pubblichi è utile non esiste motivo per cui non debba valorizzarlo ma se quello che pubblichi è di pessima qualità e potenzialmente inutile allora non stupirti se non otterrai i risultati sperati. Non ti serve pubblicare 3 articoli spazzatura al giorno, definisci un piano editoriale e una scaletta di contenuti che ritieni validi e, se non sei in grado, affidati ad un copy che sappia scrivere per il web.

4. Non dimenticare l’importanza della SEO onsite e delle performances

Amico mio, lo so che nella tua testa chiunque può fare un sito senza competenze, vai su Wix e vedrai quanto è semplice, ma la realtà è un pochino differente, il web ha delle regole, il codice è poesia e il tuo sito deve rispettare dei principi di validazione. Pensa al tuo sito come la tua casa, se le fondamenta non sono buone la casa rischierà di crollare, nel caso di WordPress probabilmente al primo giro di aggiornamenti. Un utilizzo non corretto dei marcatori HTML ti penalizzerà nella serp, usare immagini non ottimizzate di proporzioni belliche aumenterà i tempi di caricamento fornendo una pessima esperienza utente e tante, tante altre accortezze che fanno assolutamente la differenza.

5. Regolamentazioni e SEO

Lo sapevi che ci sono delle regolamentazioni? Ma come, da 4 anni e più sei bombardato di banner e non ti sei mai chiesto il perché nonostante sia il tuo lavoro? Mi dispiace amico ma cookie law, GDPR, proprietà intellettuale sono cose che devi conoscere se non altro per guidare il tuo cliente ad una corretta messa a norma. Hai anche una vaga idea di quanti strumenti e quanto lavoro serva prima della messa online? Google analytics, Google search console, sitemap, robots, title, description, configurazioni, open graph, tools per le performances, cache e molto altro. Pensavi di essertela cavata perché con 50 dollari hai comprato un template con una demo usa e getta e l’hai attivata? No amico, non ci siamo proprio, a meno che tu non decida di investire palanche in campagne a pagamento scordati che il tuo sito funzioni a livello organico senza le dovute procedure.

Pensate che quello che ho scritto sia banale? Ottimo, allora provate ad ignorare anche uno soltanto di questi 5 punti e poi sappiatemi dire. Ognuno dei punti citati racchiude un mondo di cose da sapere e saper fare in modo corretto, questa è la via, come dicono i mandaloriani. Abbiamo racchiuso in poche righe argomenti che necessitano competenze di varie figure professionali che si accumulano in anni di lavoro sul campo, senza nessuna presunzione di essere esaustivi, ma con la consapevolezza che, quando pensate che il nostro lavoro lo possa fare chiunque, beh, state decisamente pensando un enorme cazzata.

See you next time.